Giovanna Spantigati

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Una madre vuole capire

I miei articoli

Montagne bianche, cielo stellato, freddo della notte, gelo nel cuore. Una madre osserva il silenzio della notte. Una madre ha bisogno di capire. Non è il capire perché, è capire quanta forza resta ancora. Accettare il proprio destino e viverlo al meglio. Piegarsi e non spezzarsi. Non arrendersi mai. Mai. Una madre con un figlio disabile non è programmata per la resa. E' programmata per l'amore. L'amore non ha limiti, non conosce ostacoli. L'amore si rigenera… l'amore… Cos'è l'amore? L'amore per un figlio è un amore speciale. L'amore per un figlio disabile è l'amore per il creato, per l'universo, per l'umanità. E' accoglienza, è protezione, è un abbraccio eterno. E' consapevolezza, è forza. Una madre con un figlio disabile a volte si chiede cosa succederà "poi". A volte. A volte che è un "sempre". Un "sempre" nascosto in un cassetto, un "sempre" in agguato. La morte che è certezza è una spada di Damocle. Un "sempre" che non permette la serenità, la spensieratezza, il "lasciare andare". A volte ci si chiede come si fa a sopravvivere al pensiero. Il pensiero scorre come acqua inarrestabile di un ruscello. Fino a diventare un fiume ingrossato, fino a diventare un cuore ingrossato. Montagne bianche, cielo nero. Fino a quando? Una madre guarda nel vuoto e sa.

Sa cosa alimenta la sua forza, il suo amore. Il sorriso del suo bambino. Un sorriso che significa: anche la mia vita è gioia. Un sorriso, una canzone stonata, una risata improvvisa. La madre capisce che vuole solo quello. Una lacrima brucia il cuore, una frase, come un mantra, che ripete a se stessa: "Andrà tutto bene." Il cielo è nero, ma le stelle non lo lasceranno mai solo. La mamma si gira verso il letto di suo figlio. Gli sorride mentre lui dorme. E io? Imprigionata in una vita che nessuno potrà mai comprendere. E io? Imprigionata in uno spazio senza tempo, in una realtà surreale, in un cuore sanguinante, in un dolore accecante, in una rabbia minacciosa. Vado davanti allo specchio. Cosa c'è dietro ai miei occhi? Vorrei guardare dentro di me, mi chiedo chi sono. Io sono la solitudine, io sono lontana, lontana da questo mondo. Lontana da questa stanza. Una forza senza nome, energia senza corpo, cuore senza volto, melodia senza titolo, lacrime senza occhi. Montagne bianche, cielo azzurro, sole che fa capolino. Il sole è il mio unico amico. Quando il dolore prende il sopravvento ecco che il sole torna per scaldarmi il cuore. Una carezza a mio figlio, lui si sveglia, mi sorride e mi sussurra: "Ti voglio bene." Ben tornata, vita.

Giovanna Spantigati

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