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Mamma, dimmi perchè

"Mamma, perché mi hai fatto così?"

Una madre di un bambino disabile deve aspettarsi questa domanda impietosa, e se il bambino ha 8 anni è ancora più difficile rispondere. La madre in questione gli dice un'enorme bugia. "Io e il tuo papà avevamo chiesto un bambino speciale, non un bambino come tutti gli altri. E così sei arrivato tu."

Il bambino guarda sua madre accigliato ed incomincia ad odiarla. I bambini, senza le angosce tipiche degli adulti, sanno sopportare la verità molto meglio di noi, ma, al contrario di noi, non accettano le bugie. E sono bambini, non cretini. Quale bambino può essere felice di non avere le stesse possibilità degli altri? Un bambino con la spina bifida può imparare ad accettarsi per quello che è, non a stravolgere la realtà. Per lui, il momento delle favole è finito e la negazione della realtà inaccettabile.

Nessun genitore chiede di avere un figlio disabile. Chiediamo tutti dei figli banalmente normali. Ed è inevitabile, seppur terribile, che un figlio disabile ad un certo momento senta la necessità di prendersela con chi gli ha dato la vita.

Onestà, amore ed equilibrio possono ricostruire un io distrutto, annientato da un destino beffardo, come un grattacielo che crolla rovinosamente su se stesso e lascia macerie e tanta polvere davanti ai suoi occhi che lacrimano. Ci vuole una mamma accanto a lui che soffi via la polvere con tutta la sua forza, che gli faccia vedere la realtà, che butti via, insieme a lui, i resti della distruzione.
E nella foga la rabbia si trasforma in orgoglio, la forza aumenta, i muscoli delle braccia si fan forti.

Ed ecco che la mamma e il bambino si guardano e si sorridono. La polvere è scomparsa.  E loro guardano avanti trasognati: laddove c'erano macerie c'è un meraviglioso prato fiorito; il vento tiepido ha asciugato le lacrime, gli occhi sono limpidi come l'acqua di un ruscello appena nato da una nuova sorgente. E lì, su quel prato, costruiranno una casa meravigliosa. Perché adesso sanno su quali fondamenta deve poggiare: quelle che hanno il profumo dell'amore per la vita. Chiudo gli occhi, faccio un profondo respiro e mi immagino il prato, la casa, la mano che mi stringe.
Forse un giorno anche mio figlio mi chiederà: "Mamma perché mi hai fatto così?" Sorrido. So cosa dirgli.


Giovanna Spantigati

 
 
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