Il dolore - Giovanna Spantigati - Personal Web Site

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Il dolore

Giorno dopo giorno, io, mamma, impiego tutte le mie energie per portare avanti una vita difficile, a volte impossibile. Emanuele un giorno ha smesso di camminare. Non riusciva a stare più in piedi. E' stata un'involuzione crudele, drammatica. Botulino, gessi, tutori ed ora fisioterapia. Tutti i giorni, con costanza, esegue gli esercizi con coraggio e con speranza. Enormi sacrifici, per poter muovere un muscolo ogni giorno di più. E quel millimetro guadagnato sembra un miracolo. E ne gioisco, e alimento la mia speranza, e quasi dimentico il passato.

Ma ... un bel giorno mi sveglio e mi accorgo che di fianco a me c'è un fantasma, che piano piano prende possesso del mio corpo, dei miei pensieri, della mia anima. E i miei occhi non riescono più a vedere quello che c'è intorno, e tutto fa male. Non ascolto con le mie orecchie, non tocco con le mie mani, non respiro con il mio corpo. Tutto diventa di colpo estraneo.

Ma io non lo capisco subito, è un fantasma subdolo, che mi accorgo di avere dentro quando iniziano ad uscire le lacrime, quando tutto quello in cui credo, mi aggrappo ogni giorno, di colpo è esploso davanti a me e il grattacielo che ogni giorno lotto per innalzare sempre di più verso il cielo si sbriciola davanti al mio corpo freddo, immobile, impotente. Fantasma vigliacco che non ti presenti alla mia porta ma come un alito di vento mortale mi entri dentro e solo un urlo che mi deforma il viso, il corpo, il cuore può mandarti via. Ma poi, esausta, sconfitta,  mi siedo sul bordo del letto, con il corpo ripiegato su me stessa, con la testa reclinata da un lato, con le guance che bruciano per le lacrime, con il cuore che fa male, e ti ascolto: sei il dolore. E se sei venuto qui con tutta la tua rabbia è perchè sei disperato, perchè vuoi essere ascoltato, vuoi semplicemente essere accettato.

Chiudo gli occhi e con umiltà ti ascolto. Anche tu hai il diritto di esistere. Come una mamma ferita dal proprio bambino mi asciugo le lacrime, ti sorrido, ti lascio sfogare. E ti cullo con una ninna nanna per farti ritrovare la serenità e tu, come un angioletto, ti addormenti. Come una mamma che accetta e ama ogni suo figlio, io accetto anche te perchè sei, anche tu, parte di me.


Giovanna Spantigati

 
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