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Chirurgia estetica per i down

E' stata recentemente pubblicata su tutti i giornali una notizia che ha fatto molto discutere.  


Ophelia Kirwan è una bambina down inglese di due anni che ha due genitori molto benestanti i quali hanno intenzione di farla sottoporre ad un intervento di chirurgia plastica per correggerne i "difetti" del viso, cioè i tipici lineamenti di quanti sono affetti da quella sindrome. Il papà di Ophelia è un chirurgo plastico e la madre una donna che si è spesso affidata ai chirurghi. Ho sentito pareri diametralmente opposti e tutti motivati da buone intenzioni. Eppure l'ipotesi di un intervento  a me stride. Migliorare il proprio aspetto è un desiderio di tutti, noi donne in primis. Io sono ancora una delle poche che resistono a botulino, acido ialuronico, chirurgia estetica e quant'altro.

Il motivo per cui io resisto, nonostante le mie amiche e conoscenti ringiovaniscano a vista d'occhio, provocando in me una grande invidia, è che sostanzialmente ritengo di dovermi accettare come sono e che un intervento estetico non possa cambiare la visione di me stessa. Inoltre, chi inizia una serie di trattamenti invasivi è facilmente corruttibile dal delirio di onnipotenza e dimentica di non poter arrestare il processo di invecchiamento. Diventa una dipendenza, una droga. Come chi soffre di anoressia che non si vede mai abbastanza magra, chi cerca di modificare il proprio aspetto non si vedrà mai perfetto. Ma migliorarsi è un conto, rinnegare il proprio aspetto credo sia pericoloso. Non è certo facendosi spaccare le ossa del viso che variano i cromosomi. In questo modo, invece,  insegni a tua figlia che non solo non rispecchia i canoni della bellezza, ma che se cambia il taglio degli occhi può fingere di essere diversa da quella che è. Ovvero, può fingere di non essere down. Significa dirle: così come sei, esteriormente e interiormente,  tu non vai bene. E' mostruoso. Ophelia ha 2 anni e non sa come vorrà essere da grande. Quando sarà maggiorenne deciderà cosa fare, ma certo sarà molto influenzata da una madre e da un padre che mi auguro con tutto il cuore avranno accettato, per primi, la loro stupenda figlia.


Giovanna Spantigati

 
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