Angelo - Giovanna Spantigati - Personal Web Site

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Angelo

"Non credo di potercela fare". Uh, quanto ti arrabbiavi se te lo dicevo... mi guardavi serissimo, senza compassione, iniziavi a gesticolare e cambiavi tono di voce. Come se il dubbio, l'insicurezza, tutte le debolezze non facessero parte dell'essere umano.

E mi facevi sentire in colpa, mannaggia se ci riuscivi. E del resto tu eri perfettamente in sintonia con quello che dicevi. Totalmente inattaccabile. Testardo e con un cuore enorme. Perché avere cuore - l'hai dimostrato - non significa lasciare che le persone si crogiolino nel dolore.

Avere cuore non significa avere belle parole. Avere cuore significa battersi in prima linea e dimostrare, con l'esempio, che volere è potere.

Che non ci sono limiti imposti dalla disabilità e nemmeno dall'età. Perché tu, estate e inverno, pioggia o neve, stanchezza o corse contro il tempo, comunicati stampa scritti di notte, allenamenti, gare, riunioni, scuole per parlare di prevenzione, una moglie paziente che ti aspettava a casa, lamentele e problemi oggettivi di centinaia di famiglie che ti tartassavano ogni giorno, cene organizzate per l'integrazione, il divertimento, tu eri sempre in prima linea. Angelo usciva di casa, saliva in macchina, poneva la sedia a rotelle non senza fatica sui sedili posteriori, si faceva trenta chilometri per recarsi ad uno dei campi sportivi per allenare anche solo un ragazzo e per 10 minuti. Significa che mezza giornata lui la dedicava ai 10 minuti di speranza di un ragazzo. Scusate ma non è poco.

Angelo non faceva distinzione. Per lui, ogni persona, disabile o non, aveva la responsabilità della vita. Nel senso più alto. E lui era qui per noi. Nascondeva le lacrime, non avevano senso. Non ci sarà nessuno come lui.
Chi ha inventato il modo di dire "nessuno è insostituibile " non ha mai avuto la fortuna di conoscerlo. E adesso ci lascia con la nostra responsabilità.  Abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo; facciamone tesoro, noi siamo stati privilegiati.
Lui ora si riposa. No, non credo. Lui è il nostro Angelo. Non ci lascerà mai soli. Però, Angelo, ti chiedo scusa se piangeremo per un po', è che tu hai lasciato un vuoto immenso. Ma ricominceremo, uniti ce la faremo. Con tanta gratitudine e amore. E non dimenticando mai che mezza giornata per 10 minuti di lavoro è il senso della vita.

Ecco, avevi ragione tu. Non sapevo se ce l'avrei fatta a scriverti, e ce l'ho fatta. Tutto è possibile. E adesso non sorridere sornione, già ti vedo. Grazie. Grazie Angelo Petrulli e grazie a Ornella. Perché dietro a un grande Uomo c'è sempre una grande Donna.
Con Amore.
Giovanna

Dedicato ad Angelo Petrulli, Cavaliere della Repubblica per meriti sportivi, fondatore e Presidente del GSH Sempione 82 che nel 2016, e per la decima volta, ha vinto il campionato italiano di atletica leggera sport disabili.


14 marzo 2017

 
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